2 agosto 1980, la strage alla stazione di Bologna. 85 i morti. 200 i feriti. Tra le vittime del massacro anche un sammarinese, il professor Pietro Galassi. Lo ricorda una lapide, a Borgo Maggiore, e lo ricordano i familiari delle vittime della strage che, 24 anni e 7 sentenze dopo, sull’eccidio alla stazione di Bologna, chiedono ancora che venga fatta piena luce. Si conosce chi lasciò la valigetta con l’esplosivo nella sala d’aspetto, chi depistò le indagini, ma ancora non è noto il nome dei mandanti della strage. Dal palco della piazza della stazione Paolo Bolognesi, presidente dei familiari delle vittime, ha criticato il governo italiano e soprattutto la libertà condizionata concessa a Mambro e Fioravanti, condannati come esecutori materiali della strage. Bolognesi ha anche ricordato che nei giorni scorsi il Parlamento ha dato il via libera alla legge che prevede benefici economici e il gratuito patrocinio, per le vittime del terrorismo. Un indubbio passo avanti, ha detto, che avrebbe potuto essere ancor più significativo se questo governo avesse disposto maggiori risorse finanziarie. Fischi quasi ininterrotti per il Ministro Lunardi che rappresentava il governo alla cerimonia. Applausi alla lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
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