Difendono da virus influenzali, dal H5N1 che causa l’aviaria e addirittura dall’H1N1 origine della famigerata spagnola. Sono gli anticorpi con superpoteri, un piccolo ma efficace esercito capace di attaccare il virus legandosi alla radice della proteina emoglutinina, ossia la chiave di entrata alle cellule, identica per tutti i virus influenzali e unica via per infettare le cellule. Per Antony Fauci, direttore dell’istituto nazionale statunitense allergie e infezioni, che ha finanziato la ricerca, in caso di pandemia gli anticorpi potrebbero essere un importante aggiunta ai farmaci antivirali, in grado di coprire la finestra di 4-6 mesi tra lo scoppio della pandemia e la disponibilità di un vaccino. Gli scienziati americani per arrivare a selezionare i superanticorpi prima hanno prodotto in laboratorio decine di miliardi di anticorpi anti influenza poi ne hanno selezionato 10, dotati di superpoteri. Sono poi iniziati i test su cavie in precedenza bombardate da dosi massicce di virus influenzali, così alte da risultare letali. Ma gli anticorpi hanno protetto i topolini anche tre giorni dopo l’infezione. Il loro utilizzo potrebbe risultare utile durante l’influenza stagionale per immunizzare persone debilitate o a rischio. In caso di pandemia invece proteggerebbe il personale sanitario e i famigliari delle persone colpite e chi risulta a rischio, in attesa di un vaccino ad hoc.
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