Braccio di ferro sulla piadina ad indicazione geografica protetta

Braccio di ferro sulla piadina ad indicazione geografica protetta.
Questa è una delle rare volte in cui la tavola divide, soprattutto se sulla tovaglia a scacchi rossi è adagiata la piadina. Dopo 9 anni di discussioni anche l'impasto si fa lettera: il Ministero delle Politiche Agricole ha stilato un disciplinare di produzione per conferire al prodotto il marchio IGP, ovvero identificazione geografica protetta. A livello di dove venga prodotta per essere piadina romagnola nella variante "alla riminese", tutti sono d'accordo: province di Rimini, Forlì- Cesena, Ravenna e Bologna.
Il problema è il come, alcune Confesercenti temono che il prodotto diventi solo industriale. L’importanza della manualità, della freschezza del prodotto e della qualità degli ingredienti usati, con attenzione all’origine degli stessi. Il prossimo passo sarà quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dopodichè il Disciplinare verrà trasmesso alla Commissione Europea, che effettuerà le ultime verifiche per poi rilasciare il marchio IGP.
Per i consumatori acquistare la piadina IGP significherà avere la garanzia del fatto che il prodotto con quel marchio è fatto secondo la tradizione romagnola. Un organo di controllo, nominato dal Ministero, si occuperà di verificare che i produttori applichino effettivamente le regole dagli ingredienti alla conservazione del prodotto. Nel video le interviste a Giampiero Giordano (Confesercenti Cesenate) e Alberto Ventura (Assessorato Cultura Emilia Romagna)

Valentina Antonioli

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