Brexit: Borse ancora in negativo; l'UE divisa sulle trattative con Londra
Nel caos del post-Brexit il Regno Unito riparte da due certezze: il nuovo leader dei Tory, in sostituzione del dimissionario Cameron, dovrà essere scelto entro il 2 settembre. Lo ha deciso il comitato esecutivo del partito. Il governo britannico ha inoltre escluso la possibilità che si possa tenere un secondo referendum sull'Unione Europea. L'attendibilità della petizione on-line pro-remain, di cui si è tanto parlato, si è dimostrata – infatti – davvero modesta, se si considera che tra le adesioni raccolte – tanto per fare qualche esempio – 40.000 sono arrivate da Città del Vaticano, e 24.000 dalla Corea del Nord. Chiunque, insomma, poteva votare, anche creando centinaia di indirizzi mail fasulli. Quantomai concreto, invece, il braccio di ferro in atto in Europa, sul processo di uscita del Regno Unito dall'UE. Parigi e Roma chiedono di avviare subito le procedure, ma la Merkel non è d'accordo. “La Gran Bretagna – ha detto la Cancelliera - ha bisogno di un certo periodo di tempo per iniziare i negoziati”. E anche oltreoceano prevale la linea morbida. “La rabbia – ha affermato il segretario di Stato Kerry - non aiuterà a risolvere la questione della Brexit. Aperture prontamente raccolte da Boris Johnson. “Non c'è una grande fretta di lasciare l'Unione europea” – ha dichiarato l'ex sindaco di Londra –; l'obiettivo, forse, è aumentare il proprio potere contrattuale per rendere l'uscita il più possibile indolore. Resta critica la situazione delle Borse. Dopo il venerdì nero della scorsa settimana si attendeva un rimbalzo, ma i listini europei – dopo un'apertura contrastata – hanno virato in negativo, con perdite pesanti.
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