Non sembra azzardato parlare di “Gomorra del Nord” in Emilia Romagna, almeno stando ai dati pubblicati da legambiente nel Rapporto Ecomafia 2009. Ne emerge un quadro a tinte fosche, caratterizzato da una rete di affari sporchi – è proprio il caso di dirlo – tra camorristi, colletti bianchi, uomini “d’onore” e imprenditori locali. 196 le infrazioni accertate lo scorso anno dalle forze dell’ordine nella gestione del ciclo dei rifiuti; 217 le persone denunciate, 112 i provvedimenti di sequestro. Gli effetti sulla salute di tutti noi di questo smaltimento illecito di rifiuti, spesso altamente tossici, potrebbero essere devastanti. E non sono mancati neppure appalti pubblici abusivi, in puro stile campano e calabrese: 217 nel 2008. Nel rapporto si parla dell’Emilia Romagna come di “una regione particolarmente interessata da imponenti traffici illeciti di rifiuti industriali, escavazioni abusive lungo i corsi d’acqua e da un pullulare di attività edilizie in mano a ditte riconducibili a clan della criminalità organizzata, che servono ad accumulare e riciclare denaro”. Anche San Marino è citata nel report di Legambiente, ma in quello del 2008, nel quale si parlava di 313 tonnellate di rifiuti speciali, provenienti dal Titano, e 2 persone italiane denunciate all’autorità giudiziaria. E’ un business redditizio e relativamente poco “esposto” quello dello smaltimento dei rifiuti, ma questo non significa l’abbandono della gestione del gioco d’azzardo e del traffico di stupefacenti. Secondo la Dia non solo la camorra, anche la N’Drangheta sarebbe presente in modo massiccio in tutta la Regione e in particolare nel riminese, dove operano cellule di cosche crotonesi e reggine.
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