Cambiamento climatico: scienza o negazionismo? Il meteorologo Randi risponde, dati alla mano
I negazionisti sono diminuiti - spiega Randi - ma ora hanno più risonanza con i social.
"Il caldo dell'epoca recente non è lo stesso del lontano passato - afferma Pierluigi Randi, presidente Associazione Meteo Professionisti e consulente tecnico dell’Agenzia Nazionale Italia Meteo -. Il 2023 è stato l'anno più caldo degli ultimi 100 e questa parte di 2024 è già sopra ai livelli dell'anno precedente".
Prove schiaccianti, numerosi studi scientifici e conseguenze sotto i nostri occhi: maggiore frequenza e intensità di eventi estremi ovunque. Ma questo non basta per chi si dice certo che il cambiamento climatico sia un'invenzione o si tratti comunque di un fenomeno gonfiato. A far vivere sereni i negazionisti, pare, è la distanza temporale causa-effetto e quella geografica dei peggiori disastri degli ultimi anni. Insomma i ghiacciai si sciolgono, ma al Polo Nord chi li vede? Ad avere qualche interesse ad alimentare fake news e scetticismo verso il cambiamento climatico sono i magnati dei combustibili fossili, che certo non vedono di buon occhio il Green Deal e la transizione verde in generale.
"I negazionisti sono diminuiti - continua Randi - negli anni '90 erano di più. Solo che ora hanno più risonanza con i social. Inizialmente il negazionismo crebbe perché chi aveva interesse 'a fregarsene' fomentava quella corrente di pensiero. Ma la scienza il dibattito l'ha già chiuso da 20 anni".
E ora che si fa? "Ci sono due parole chiave - risponde Randi -: mitigazione, un po' più complicata, e adattamento, più facile. La seconda è la strada più percorribile da subito, ma serviranno dei sacrifici".
Nel video l'intervista a Pierluigi Randi, presidente Associazione Meteo Professionisti e consulente tecnico dell’Agenzia Nazionale Italia Meteo
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