In Cambogia il processo del Tribunale Onu per i crimini contro l’umanità perpetrati dal regime di Pol Pot

In Cambogia il processo del Tribunale Onu per i crimini contro l’umanità perpetrati dal regime di Pol Pot.
Una speranza di pace e giustizia attraversa la Cambogia, in cui è ancora vivo il ricordo del terrore e dell’orrore del regime dei Khmer Rossi di Pol Pot, responsabile tra il 1975 e il 1979 della morte di un milione e 700mila persone, vittime di esecuzioni sommarie, torture, fame, malattie.
Oggi è cominciato il processo del Tribunale speciale delll’Onu ad alcuni esponenti, ormai in età molto avanzata, del sanguinario regime: Nuon Chea, all’ex presidente Khieu Samphan e all’ex ministro degli esteri Ieng Sary: sono accusati di crimini contro l' l'umanità, genocidio, trattamenti inumani. Presenti al processo alcuni dei sopravissuti alle torture che continuano a portare i segnio della barbarie sul corpo e nella memoria.
Quasi ogni famiglia cambogiana ha perso un congiunto durante il regime di Pol Pot, ma serpeggia il timore che i colpevoli degli orrori non vengano giustamente puniti, anche perché nel governo attuale della cambogia ci sono ex dirigenti dei Khmer Rossi che potrebbero interferire e tentare di bloccare o far allungare il processo in modo tale che si concluda quando gli imputati, tutti ultraottantenni, siano già deceduti.

Luca Salvatori

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy