204 detenuti, che nei mesi estivi arrivano a 300, contro una capienza regolamentare di 145/150 persone. Desi Bruno descrive la situazione del carcere di Rimini e riporta numeri e informazioni avute dal comandante della polizia penitenziaria Armando Piccini. Straniero il 70% dei detenuti. Tossicodipendente il 65%. Nel carcere ci sono sei sezioni. Una si chiama Andromeda e prevede una custodia attenuata per tossicodipendenti finalizzata a un successivo inserimento in comunità. Sono 16 posti a cui si accede dopo un percorso selettivo. “E’ il fiore all’occhiello del carcere riminese – commenta Bruno – un’esperienza certamente da esportare anche in altre realtà”. Ma il resto della visita racconta celle di 15 metri quadrati in cui vivono 6 persone, con letti a castello a tre posti, che in estate possono arrivare a 10 e materassi stesi a terra. Una sezione è chiusa in attesa di una ristrutturazione: non si ha notizia dei fondi che dovrebbero essere già stanziati. La popolazione carceraria è per lo più composta da persone in attesa di giudizio. I detenuti incontrati – sottolinea il Garante – chiedono di poter lavorare e di avere contatti con la famiglia. La situazione è seria, commenta la direttrice dei Casetti Mari Benassi, ma non è tra le peggiori. E’ la fotografia complessiva della penisola ad essere seria. In Italia di carcere si muore.
Sonia Tura
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