Caritas, emergenza famiglie si allarga la forbice dei nuclei in crisi
Essere in bilico sull’orlo del collasso per motivi semplici: una qualunque difficoltà o malattia anche non grave; precariato e disoccupazione femminile anche a San Marino dal 2011 i primi casi di assistenza e aiuto primari: sono alcune decine i pacchi settimanali non solo alimentari per bambini e anziani, residenti e cittadini, periodicamente fanno visita ai locali di casa San Michele per andare ai centri d’ascolto ed essere indirizzati in diocesi nel Montefeltro. A loro volta Riminesi del circondario in difficoltà ‘scofinano’ sul Monte per le immediatezze: mangiare e vestire i figli.
La mappa del sociale è veramente stravolta anche in Romagna come dicono in Caritas a Forlì: 1/3 degli assistiti è di nazionalità italiana e chiede derrate alimentari e generi di prima occorrenza per sopravvivere.
Pasti e colazioni non bastano più è l’economia domestica e familiare che è stravolta.
Crisi al culmine e classe media ai minimi storici nella zona grigia dell’impoverimento anche con la semplice nascita di una vita in famiglia scatta la crisi delle spese vive di casa: siamo al limite.
Cassa integrazione e disoccupazione si assommano al consumo facile quasi compulsivo al quale si rinuncia di colpo con conseguenze catastrofiche: indebitamenti vari, rate insolute e mancati pagamenti, con conseguenti spese legali che lasciano il nucleo senza mangiare.
La soluzione tampone è nella rete: di rapporti e legami di sostegno alla persona.
Risposta che rigeneri le relazioni in reciprocità con chi ha di più e soffre meno: condivisione di beni e tempo disponibile creano nuove risorse per gli altri con ulteriore beneficio per se stessi (volontariato).
fz