Si gonfia “l'affaire Amazon”, ormai vero e proprio “caso”, con prese di posizione non solo politiche ma anche delle associazioni consumatori.
A soffiare sul fuoco i Giovani Democratico Cristiani, che chiedono al Governo di risolvere i problemi fiscali e commerciali che causano concorrenza sleale e distorsione del libero mercato. Il blocco delle consegne a San Marino deriva infatti da un contrasto per la non applicazione di imposte indirette. Il commercio – continuano i GDC - attualmente non garantisce la corretta concorrenza a tutela di tutte quelle attività locali che vendono gli stessi prodotti del colosso americano, pagando regolarmente la monofase. E questo – puntualizzano - genera forti criticità. Si soffermano, poi, sul famoso memorandum, manifestando perplessità su sicurezza e sovranità dei dati, questione già oggetto di preoccupazioni in maggioranza. E se il Segretario Righi definisce “boicottaggio politico” i ritardi nell'attuazione dell'intesa con Amazon Web Services, i giovani del Pdcs chiariscono come il tema riguardi invece privacy e sicurezza digitale di tutti i cittadini. Chiedono quindi di sostenere il diritto alla sovranità dei dati, fondamentale per la tutela di tutte le informazioni fornite e che siano sempre sotto il nostro controllo.
Incalza l'Esecutivo anche il presidente Asdico Mirco Battazza: Ai consumatori – scrive - non interessano le diatribe interne tra i partiti di governo, vogliono soluzioni rapide e definitive. Chiede quindi un incontro urgente ad Industria, Finanze ed Esteri. Il caso Amazon – attacca – sta diventando un “tormentone inaccettabile”, “una tarantella senza fine” rincara la dose UCS, stanca che il problema si riproponga ciclicamente. Si allinea ai colleghi nel richiedere un incontro urgente, nell’auspicio però che non sia solo interlocutorio, ma “mediamente risolutivo”.