Revocati gli arresti domiciliari per Marziano Guidi che resta formalmente indagato nell’inchiesta di Palermo. Il tribunale della libertà ha infatti accolto il ricorso presentato della difesa annullando e revocando l’ordinanza di misura cautelare di dicembre del gip di Palermo. Gli inquirenti siciliani avevano ipotizzato il coinvolgimento del direttore della finanziaria sammarinese in una maxi truffa ai danni dello stato Italiano e dell’Unione Europea. L’accusa a carico della Fincompany, secondo la guardia di Finanza, era di aver emesso false garanzie bancarie per regolarizzare formalmente i costi sostenuti da alcune delle aziende sotto inchiesta. Nell’ ordinanza, il tribunale di Palermo afferma che dagli atti non e’ emersa – quanto al reato di associazione per delinquere - alcuna condotta partecipativa del sodalizio e comunque di coinvolgimento nei raggiri posti in essere da parte di Guidi. Quanto alle false garanzie, non e’ stato possibile individuare concretamente e giuridicamente quale garanzia sia stata prestata da Fincompany sa. 'Una sentenza, ha commentato Marziano Guidi – che mi ha fatto riacquistare fiducia nella giustizia. Sono stati tre mesi tremendi, pur sapendo di non aver commesso alcun reato'. 'Una ordinanza che fa ben sperare per il prosieguo dell’inchiesta' – ha affermato il legale della finanziaria, Moreno Maresi, fiducioso che al termine dell’inchiesta palermitana la posizione della Fincompany e del suo assistito sara’ archiviata. E’ poi il presidente Enzo Zafferani a ringraziare le banche sammarinesi per aver risposto fiducia nella società, senza revoche di affidamento o sfilacciamento dei rapporti. Ricorda poi che la Fincompany, nata nel ’96 dà lavoro a 9 dipendenti e nel 2004 ha avuto un utile netto di 756 mila euro. Infine, una richiesta perche’ non accadano piu’ episodi di ghettizzazione e criminalizzazione delle finanziarie sammarinesi: sono parole del presidente dell’ associazione finanziarie e fiduciarie, Giorgio Palmeri, che chiede regole chiare e certe per operare in tranquillità. Richiesta, questa, fatta anche ai segretari di stato competenti. Per la legge italiana tutte le societa’ che operano nel territorio devono essere iscritte ad un apposito albo, diversamente, nel caso di inchiesta giudiziaria, vengono sanzionate per esercizio abusivo dell’attività finanziaria. E’quanto accade alle società sammarinesi, che vedono disapplicato in questo senso un decreto del 2003 del tribunale di Rimini, che giudicava l’inapplicabilità dell’articolo italiano alle finanziarie di San Marino.
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