In una sala del Senato parlano i genitori di Giulio Regeni, il 28enne ricercatore della provincia di Udine, scomparso in Egitto a gennaio e ritrovato morto in circostanze che restano tutte da chiarire. Per la famiglia e Amnesty è stato vittima di torture. Il senatore Manconi chiede il richiamo dell'ambasciatore italiano dal Cairo.
Paola e Claudio Regeni chiedono verità per Giulio, il dottorando dell'università di Cambridge, ritrovato morto a febbraio, con segni tali sul corpo da far pensare ad atti di tortura.
Traspare compostezza ma anche rabbia, dai loro volti, mentre raccontano del figlio, della sua passione per la storia e le scienze sociali fin da piccolo, e confutano le tante menzogne a loro dire trapelate. Giulio, ripetono, era in Egitto per studiare, doveva tornare a marzo e avrebbe completato il ciclo di studi.
Non credono alla versione per cui Giulio sarebbe stato ucciso da 5 criminali, ormai tutti morti. Una foto che, per ora, non mostrano, parla di un volto inequivocabilmente torturato.
Il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani, e la famiglia, chiedono un gesto forte: che l'Italia richiami il proprio ambasciatore da Il Cairo, per “consultazioni”, dice il senatore, che aggiunge: “L'unità di crisi della Farnesina dovrebbe anche dichiarare l'Egitto paese non sicuro”. Perché non è un caso isolato, puntualizza Riccardo Noury, responsabile di Amnesty in Italia: nel 2015 sono 464 i casi di sparizione forzata e 1.676 i casi di tortura in Egitto, 500 dei quali con esiti mortali. Nei primi due mesi del 2016 già 88 casi di tortura, 8 dei quali terminati con la morte.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento di Paola Regeni, mamma di Giulio
Paola e Claudio Regeni chiedono verità per Giulio, il dottorando dell'università di Cambridge, ritrovato morto a febbraio, con segni tali sul corpo da far pensare ad atti di tortura.
Traspare compostezza ma anche rabbia, dai loro volti, mentre raccontano del figlio, della sua passione per la storia e le scienze sociali fin da piccolo, e confutano le tante menzogne a loro dire trapelate. Giulio, ripetono, era in Egitto per studiare, doveva tornare a marzo e avrebbe completato il ciclo di studi.
Non credono alla versione per cui Giulio sarebbe stato ucciso da 5 criminali, ormai tutti morti. Una foto che, per ora, non mostrano, parla di un volto inequivocabilmente torturato.
Il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani, e la famiglia, chiedono un gesto forte: che l'Italia richiami il proprio ambasciatore da Il Cairo, per “consultazioni”, dice il senatore, che aggiunge: “L'unità di crisi della Farnesina dovrebbe anche dichiarare l'Egitto paese non sicuro”. Perché non è un caso isolato, puntualizza Riccardo Noury, responsabile di Amnesty in Italia: nel 2015 sono 464 i casi di sparizione forzata e 1.676 i casi di tortura in Egitto, 500 dei quali con esiti mortali. Nei primi due mesi del 2016 già 88 casi di tortura, 8 dei quali terminati con la morte.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento di Paola Regeni, mamma di Giulio
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