Cattolica: giovanissimi di buona famiglia rubavano gioielli nelle case e li rivendevano per comprarsi la droga
Non siamo soliti sentire parlare in Italia di“Baby gang”. E’ un fenomeno che appartiene più che altro alla realtà americana. Eppure l’operazione “Aurum”di Cattolica riporta alla mente storie viste nei film. Cinque studenti tra i 16 e i 17 anni, annoiati e di buona famiglia condividono amicizia e trasgressione. Rubano gioielli in appartamenti, uno di loro addirittura alla propria madre, e li consegnano a due maggiorenni che li rivendono in negozi “compro oro” della zona. Non ci guadagnano nulla, lo fanno solo per amicizia – si difendono i due – e dicono di ignorare la provenienza illecita. Quanti furti? Ancora non si sa. Ma a novembre il colpo messo a segno nella casa dei famigliari di un magistrato cattolichino in servizio a Palermo frutta un bel gruzzolo: i gioielli valgono 15.000 euro. I soldi servono a comprare l’hashish. Per i genitori dei ragazzi, una doccia fredda. I loro figli sono stati accusati di furto e ricettazione. Nel video l’intervista al Tenente Jacopo Passaquieti (Comandante Nucleo Operativo Carabinieri Riccione)
Monica Fabbri
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