Il Centro Pio Manzù propone "Le ragioni della povertà"
Il Pio Manzù dedica la prima conferenza del 2008 proprio alla sfida lanciata dall’Onu all’inizio del nuovo millennio: quella cioè di dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015. Innanzitutto, col destinare le risorse necessarie agli aiuti internazionali, assegnando lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo alla cooperazione e allo sviluppo. Un compito arduo ora più che mai, considerata l’attuale congiuntura. “Una crisi non solo economica ma anche storica perché ha sancito la fine del capitalismo finanziario” sottolinea il presidente del Centro Europa Ricerche, Giorgio Ruffolo nella sua relazione introduttiva. “Nonostante i buoni propositi delle Nazioni Unite, le prospettive che i Paesi subsahariani possano migliorare la loro situazione socio-economica sono veramente deboli – fa poi notare Hanifa Mezoui, responsabile Onu per le organizzazioni non governative – ma i contributi degli Stati sviluppati restano la risposta più efficace ai loro problemi, attraverso azioni mirate a garanzia di una sicurezza alimentare a lungo termine”.
Per Riccardo Petrella, fondatore del Comitato Mondiale dell’Acqua, occorre gettare le basi per l’alternativa al capitalismo per fronteggiare la povertà. “Una buona economia – dice – è quella fondata su beni comuni e servizi a disposizione di tutti”. Lancia infine una proposta: “Dichiarare illegale la povertà. Nel XXI° secolo, un dovere morale”.