“Nessuna protesta; ma solo atti per tenere alta la fiammella dell’attenzione”. Le sue sono parole miti mentre forti sono i gesti, estreme le azioni: da tre giorni non lascia il tricolore, venerdì ha bloccato la stazione ferroviaria di Cesenatico. Ha lanciato appelli al presidente Ciampi e al Premier Berlusconi e ha invocato tutte le mamme e i padri d’Italia perché scendessero in piazza in fiaccolata. Sabato un nuovo gesto di chi non vuole perdere la speranza, Angelo Stefio il padre di Salvatore ancora ostaggio della guerriglia irachena, parla proprio a loro, manda un messaggio perché sia la tv araba Al Jazeera a diffonderlo, la stessa che ha lanciato in tutto il mondo le terribili immagini degli italiani prigionieri, e chiede nuovamente la liberazione di Salvatore, un giovane, figlio e padre. E mentre politica, diplomazia, istituzioni italiane al sono lavoro per trovare una mediazione e giungere alla liberazione, a mobilitarsi è anche la solidarietà: venerdì sera la comunità di Cesenatico si è riunita in preghiera come segno di speranza e di partecipazione al dolore della famiglia.
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