Cfp in istituto professionale, Lonfernini: “Nessuna preclusione, ma non è la priorità”

Rinnovato tramite delibera il gruppo di lavoro. Già aggiornati i contenuti didattici nelle materie di area comune per uniformarsi alle altre scuole

“Il Cfp non è scuola di serie B, il suo futuro è al sicuro”: così lo scorso settembre il Segretario Teodoro Lonfernini rispondeva alle polemiche scaturite dalla bocciatura in Consiglio dell'istanza che chiedeva la conversione del Centro di Formazione Professionale in Istituto Professionale. Per ridefinirne l'identità è stato istituito un gruppo di lavoro che, coordinato dal professor Luigi Guerra, si è dedicato ai contenuti didattici nelle materie di area comune, per uniformare la metodologia alle altre scuole. Una recente delibera ha rinnovato il gruppo affinché "completasse il lavoro". Proprio per fare il punto, si è svolto qualche giorno fa l'incontro tra Lonfernini, una delegazione del gruppo insegnanti, il coordinatore Guerra e il Dirigente del Cfp Milena Gasperoni. “Stimo che entro fine estate – dice il Segretario - il lavoro possa essere completato”.

Ma sulla funzione del Cfp, come noto, ci si interroga. C'è chi vorrebbe trasformarlo in un Istituto quinquennale sotto il dipartimento istruzione, per diplomi parificati alle scuole professionali fuori confine. “Nessuna preclusione. Sono possibilista, aperto ad ogni ipotesi” - assicura Lonfernini, ribadendo una posizione peraltro già sostenuta dentro e fuori l'Aula consiliare. Ma al momento – chiarisce – la priorità del gruppo è un'altra: capire come integrare nell'immediato le attività del centro, sia come inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro, sia dal punto di vista didattico o puramente formativo didattico”. Non rientrano quindi nelle sue prerogative i vari aspetti da considerare per l'equiparazione del Cfp ad una scuola secondaria, “come ad esempio spazi delle aule, orari, personale docente e non docente. Se si vuole andare oltre al mandato del gruppo – afferma - occorre sedersi al tavolo anche con Segretario all'Istruzione, sindacati, categorie”, ricordando infine di aver sempre ritenuto che la parte formativa dovesse rimanere, come inserimento, un aspetto importante delle politiche del mondo del lavoro.

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