“Io con loro non c'entro. Io sono un musulmano. Non un assassino”. E ancora: “Chiedo solo di essere ascoltato prima di essere condannato”. 25 anni, tra i responsabili della comunità islamica riminese, Brahim Maarad fa il giornalista per Il Nuovo Quotidiano di Rimini. Va da sé che la strage di Parigi al Charlie Hebdo l'abbia toccato ancor più nel profondo. “In nome di Allah qualcuno ha voluto vendicarsi col sangue – si legge nel commento che oggi ha affidato al suo giornale – e io, in nome di Allah, condanno”.
Il risveglio di sentimenti islamofobici, una tra le più prevedibili quanto nefaste conseguenze che l'episodio del Charlie Hebdo poteva suscitare. Brahim ne è consapevole: “A Parigi – scrive - non hanno abbattuto la libertà di espressione. Sono riusciti però a mutilare la convivenza civile. Umana. E a pagarne il prezzo saranno tutti. Cristiani e musulmani”.
sp
Il risveglio di sentimenti islamofobici, una tra le più prevedibili quanto nefaste conseguenze che l'episodio del Charlie Hebdo poteva suscitare. Brahim ne è consapevole: “A Parigi – scrive - non hanno abbattuto la libertà di espressione. Sono riusciti però a mutilare la convivenza civile. Umana. E a pagarne il prezzo saranno tutti. Cristiani e musulmani”.
sp
Riproduzione riservata ©