25 anni dopo, l’eredità di Chernobyl pesa sugli interrogativi di Fukushima. In Giappone continua lo sforzo di stabilizzare i reattori, in Ucraina - un quarto di secolo dopo - gli esperti ancora non sono d’accordo sulle vittime per gli effetti delle radiazioni, ma si pensa siano decine di migliaia. Per le autorità ucraine almeno 5 milioni di persone hanno sofferto le conseguenze della tragedia. Per Greenpeace il numero varierebbe da 100mila a 400mila. Nel 2005 alcune agenzie dell'Onu hanno indicato 4000 vittime. La commissione scientifica dell'Onu riconosce solo 31 vittime dirette dell'incidente, tra operatori e pompieri. La sola certezza è che fu uno dei più gravi errori umani della storia: il reattore numero 4 esplose nella notte tra il 25 ed il 26 aprile durante un test di sicurezza, fu liberata nell'aria una radioattività cento volte superiore a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki. Lo Stato Sovietico non ebbe il coraggio di riconoscere subito ciò che era successo: l’erede di quell’Urss che nascose il disastro per tre giorni, il leader del Cremlino Medvedev, ha parlato di una condotta dello stato irresponsabile. “il tentativo di nascondere la verità si tramuta in tragedia ha detto” mentre consegnava l’ordine del coraggio ad alcuni ‘liquidatori’, gli eroi di una tragedia che non si pensava si potesse ripetere. Il reattore di Chernobyl fu coperto in sei mesi con un involucro provvisorio di cemento, rinforzato negli anni ma che ha una fessurazione ed è costantemente monitorato per il rischio di crolli. Dovrà aspettare altri quattro anni prima di essere ricoperto da un involucro di acciaio: un sarcofago ancora da ultimare dopo 25 anni, che oggi i leader di Russia ed Ucraina hanno visitato, dopo la messa lampo del patriarca di Mosca .
Sara Bucci
Sara Bucci
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