A queste domande ha risposto il Vescovo di San Marino-Montefeltro sottolineando che la Chiesa è una vita e non l’istituzione che invece serve la Chiesa. Viviamo, ha detto Monsignor Negri, in un momento caratterizzato dalla cultura della morte, da una concezione individualistica che chiede di riconoscere ogni desiderio come diritto. Questo individualismo, ha aggiunto, si sposa con l’edonismo per cui bisogna trarre dalla realtà il massimo del benessere possibile. Se accettiamo questa idea, ha sottolineato il Vescovo, la famiglia non ha più ragione d’essere. Se la trama dei rapporti sta in piedi sull’individuo si giunge a quella che Negri ha definito la “desertificazione della società”. Siamo dei barbari, ha precisato, che stanno tornando ad una società preistorica anche se ipertecnologica. Allora, ha detto il Vescovo, la Chiesa non può rinchiudersi nelle sacrestie perché la sua prima responsabilità è contrapporre a questa cultura della morte la cultura della vita che – ha sottolineato – non è né dello Stato, né della scienza ma è di Dio. Se l’uomo non ha il senso della vita muore, ha concluso Negri. Ai cristiani la responsabilità di testimoniare, con la loro vita, che vale la pena di vivere.
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