Chi è a mare naviga, chi è a terra eccetera
L'editoriale del Dg Carlo Romeo
Siamo ormai nella terza fase dei provvedimenti presi dal Governo sammarinese e da quello italiano per fronteggiare il Coronavirus. E già questa è una buona notizia. I provvedimenti – tutti i provvedimenti e le relative decisioni – hanno i loro tempi, che è meglio rispettare, come insegnano in parecchi compreso, per esempio, Lenin. A chi gli sollecitava infatti di dichiarare subito la rivoluzione, appena caduto il governo zarista, rispondeva di aspettare, finché lo fece con una frase che è rimasta nella storia: “Ieri era troppo presto, domani sarebbe troppo tardi”.
Forse è proprio qui la capacità più importante di chi deve governare le cose. Saper affrontare e gestire i tempi e le scelte, senza cedere al panico o alla pressione pubblica, mantenendo saldo il timone e facendo le cose quando vanno fatte, dopo avere ragionato il più possibile insieme alle persone di cui ci si fida. Entrambi i governi, comunque e nonostante tutto, hanno dimostrato di conoscere questa regola, gestendo tempi e scelte nel modo giusto. Ora che, a detta degli esperti, il picco nella penisola si sta avvicinando – sembrerebbe fra il 18 e il 25 marzo – si entra giustamente nella fase più delicata.
Ed ecco quindi i provvedimenti più restrittivi, che presi troppo presto avrebbero perso la loro efficacia. Entrambi i Paesi dunque stanno reagendo bene. La parte sana, cioè quella che riesce a vedere la collettività e non solo se stessi, è impegnata concretamente, ignorando gli esperti da caffè – per i quali solitamente la vita rappresenta un cronico fallimento personale, che si tenta di nascondere pontificando, senza impegno – e i dipendenti da fake news, drogati di idiozie e portatori sani di balle, davanti alle quali persino un bambino di cinque anni si metterebbe a ridere. Certo, esplodono casi da manuale come quello delle mascherine, ancora per esempio.
Benissimo ha risposto in una conferenza stampa, pochissimi giorni fa, il direttore della Authority Sanitaria, Gabriele Rinaldi, richiamandosi all’Oms - e non al Napalm51 di Crozza o al tassista tuttologo. Così come un epidemiologo del valore del Prof. Pierluigi Lopalco dell’Università di Pisa deve intervenire pubblicamente per dire che i guanti “non servono a nulla, possono essere controproducenti. Le mani posso lavarle, i guanti se si sporcano possono veicolare contagio”. Eppure su guanti e mascherine si è scatenato in questi giorni, oltre a una psicopatologia di massa, anche un mercato nero fra i più squallidi.
Jeckyll e Hyde sono fra noi, lo sapevamo. Così come nel 1943 c’era chi denunciava gli ebrei in cambio delle mille lire della taglia e chi li difendeva a rischio della vita. Nelle grandi esperienze viene fuori sempre il meglio e il peggio che c’è in ognuno di noi. Dal piccolo episodio del pezzente che ruba in azienda i contenitori di Amuchina, che servono a tutti, a quello invece che si fa anche il turno del collega per non lasciare la situazione scoperta. Da quello che con la lettera anonima (arma innocua dei vigliacchi) denuncia il vicino per imponderabili e improbabili colpe, a quello che invece al vicino sconosciuto, ma in difficoltà, cerca di dare una mano, magari per fare la spesa.
Negli ospedali di tutto il mondo si affronta una realtà che sembrava dimenticata e la si affronta con professionalità e responsabilità, ignorando necessariamente i poveri Hyde e privilegiando i piccoli grandi Jeckyll che sono in ognuno di noi. D'altronde, i suddetti Hyde, da bravi falliti della vita - non fidandosi comprensibilmente di se stessi - come potrebbero fidarsi degli altri?
Chi è in mare naviga, chi è a terra critica, dice la gente di mare, quella vera. Domani comunque comincia una nuova fase – la terza, e a Roma se ne prospetterebbe a breve anche una quarta - con nuovi provvedimenti. Ulteriori restrizioni, oggi opportune dunque, ma affronteremo e supereremo anche questa.
Anche noi di Rtv attueremo la nostra terza fase di provvedimenti, rigorosamente in piena sintonia con le autorità competenti, come abbiamo fatto finora. Ci scusiamo fin d’ora con il nostro pubblico per i relativi disagi, come dicono le hostess quando l'aereo balla. Attueremo - ballando o non ballando - anche noi la nostra terza fase, dunque. Con i nostri enormi limiti, certamente, ma anche con tutto il nostro coraggio, la nostra professionalità e la nostra responsabilità, perché è proprio in queste gravi circostanze che dobbiamo essere servizio pubblico – proprio nei momenti in cui ci può pesare di più - garantendo a tutti voi che faremo fino in fondo il nostro dovere come meglio potremo, come abbiamo cercato di fare finora.
cr