“Chiedo giustizia”. Un imprenditore accusa di estorsione e usura i vertici di due aziende sammarinesi
“Tutto iniziò nel 2001, quando aprii un negozio di mobili a Tuscania. Scelsi di rifornirmi da due aziende del Titano: la “Ala” e la “Modular”. Fu un errore enorme”. Gaetano Cici ha raccontato una storia lunga e inquietante, anche se - fino ad ora - nessuna sentenza giudiziaria ha confermato le sue accuse. Sostiene di aver ricevuto forniture in nero per mesi e mesi. “Quando decisi di dire basta – afferma - iniziarono minacce e intimidazioni. Fui vittima di usura; i titolari di queste aziende giunsero a manomettere le date di 4 assegni – già pagati – facendoli protestare”. Il legale ha mostrato le fotocopie di questi titoli di credito. Cici parla anche di episodi di vandalismo, di misteriose sparizioni di documenti. Da qui una serie di denunce ed esposti, persino un appello al Presidente Napolitano. Lo scorso anno l’incontro con il segretario di Stato Arzilli. Questa mattina, Cici, è stato sentito dal Procuratore riminese Giovagnoli: “Quest’uomo è un pazzo; ma non gli permetteremo di sporcare l’immagine di un’azienda pulita con 75 dipendenti”. E’ indignata la replica dell’amministratore delegato della Ala spa Alberto D’Angelo. “Sin dall’inizio questo Cici non riusciva a pagare le nostre forniture; ci doveva ancora 21.000, euro tentammo di andargli incontro, ma invano. E’ un disperato, ma dovrà pagare per tutte queste menzogne, perché nulla di ciò che ha detto è vero.
Gianmarco Morosini
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