Karol Wojtyla moriva alle 21.37 del 2 aprile 2005, dopo una agonia vissuta in diretta tv in tutto il mondo. Per tre giorni, in piazza San Pietro, migliaia di persone rimasero ad osservare quella finestra dietro la quale si consumavano le ultime ore di vita di un uomo a cui tutti hanno voluto bene. Il Papa polacco, l'uomo venuto dall'Est che contribuì ad abbattere il Muro di Berlino, all'implosione dell'Unione sovietica, alla riunificazione dell'Est e dell'Ovest della Vecchia Europa. Il Papa del dialogo, che portò l'annuncio del Vangelo in ogni angolo della Terra, senza mai arrendersi. Il Papa che andò incontro ai giovani saltando dall’altra parte della barricata, lasciandosi alle spalle cerimoniali e formalismi, portando con sé la croce per ripetere a tutti, dall’inizio del suo pontificato: “Non abbiate paura. Spalancate le porte a Cristo”. Migliaia e migliaia di fedeli, ogni giorno, sfilano davanti alla tomba di Giovanni Paolo II, nelle Grotte Vaticane. Davanti a quella semplice lastra di marmo bianca, lasciano una preghiera, un fiore, una richiesta di aiuto. E' un affetto che continua a essere vivo e presente, giorno dopo giorno, nella speranza di vedere Giovanni Paolo II presto santo, proprio come la folla fin da subito lo acclamò.
Sonia Tura
Sonia Tura
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