Cinque ore e mezza di interrogatorio per Marco Bianchini in carcere ai Casetti
Bocche cucite dopo il secondo lungo interrogatorio all’ex patron della Karnak, messo sotto torchio dal pm Bertuzzi dalle 11 alle 16.30 circa. Tutto però è stato secretato, anche i suoi avvocati Giovanni Maio e Marco Martines si attengono alle direttive e mantengono il riserbo. “Tutto quello che possiamo dire – sono le uniche parole di quest’ultimo – è che secondo noi Bianchini ha risposto in maniera esauriente su tutto. Ora ci siamo presi una pausa – aggiunge – ci sono molti aspetti da verificare, il verbale è molto lungo e dev’essere trascritto, ulteriori iniziative da parte nostra le vaglieremo la prossima settimana”. Al primo interrogatorio, Bianchini si era un po’ arenato su alcune spinose questioni e documenti scottanti emersi durante le perquisizioni nei confronti degli indagati, come ad esempio in casa di Riccardo Ricciardi, uno dei suoi più stretti collaboratori, nei cui pc erano stati ritrovati file che li legavano ad una sorta di associazione segreta. Poi c’è il memoriale di Salvatore Vargiu, l’Atto K, dove l’investigatore privato racconta del sistema Karnak utilizzato per carpire informazioni riservate alla Finanza. Bianchini ha risposto anche su questo. Vargiu invece sarà chiamato a renderne conto la prossima settimana davanti agli inquirenti: anzitutto, per confermare che sia tutta farina del suo sacco.
Francesca Biliotti
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