Il clochard sta meglio, si continua ad indagare
Particolare confermato dalla Questura e che desta qualche perplessità: sarebbe quantomeno ingenuo, da parte degli aggressori, deporre proprio sotto il giaciglio della vittima, la prova principale del proprio misfatto. Gli investigatori, del resto, stanno battendo ogni pista; l’unica al momento davvero poco probabile, fanno sapere dalla Questura, è quella per così dire “politica”: l’atto di intolleranza, cioè, compiuto da un gruppo riconducibile a una formazione extraparlamentare.
Nel frattempo polizia, carabinieri e responsabili delle organizzazioni umanitarie stanno raggiungendo tutti i senzatetto della zona per convincerli a farsi ospitare in posti sicuri. Si temono folli gesti di emulazione. Proprio martedì, a Riccione, era stato dato alle fiamme l’alloggio di fortuna di un altro clochard, un olandese, che al momento del fattaccio era altrove.
Tutti descrivono Andrea Severi come una persona mite, senza nemici. Però due anni fa, era stato aggredito in un parco lì vicino. Spacciatori, si disse, a cui dava fastidio la sola presenza del clochard.
Inoltre nel 2005, affermano in Questura, era stato denunciato. Un ragazzino disse alla polizia di essere stato minacciato da lui con un coltello a serramanico. Da quel giorno il senzatetto avrebbe covato un certo risentimento verso le forze dell’ordine e questo potrebbe non agevolare le indagini perché è necessaria una piena collaborazione della vittima.
Gianmarco Morosini