Il Comitato di Bioetica licenzia il documento sul fine vita. Adesso tocca al Consiglio
Un anno di lavoro. Il Comitato di Bioetica ha marciato a tempo di record producendo un documento vastissimo che ruota intorno al concetto di cura della persona morente, concetto che rientra nei diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale dell'Onu. Sono stati esaminati i principi applicabili al processo decisionale che deve guidare la presa in cura della persona malata in limine vitae, analizzando le caratteristiche di ciascun attore coinvolto, sia esso componente del team di cura, familiare o persona di fiducia. Individuato, nelle cure palliative, l’elemento cardine della cura. “Sono queste, scrive il comitato, a garantire il rispetto della dignità della vita della persona attraverso la gestione di tutte le problematiche relative all’inguaribilità”. Questo concetto di cura ha un profondo valore bioetico e il Comitato ha voluto approfondire tutti gli aspetti di questo processo di accompagnamento articolandoli nelle diverse fasi della vita della persona, a partire dall’età pediatrica fino a quella più avanzata, e dedicando appositi capitoli a tematiche di particolare attualità come il supporto farmacologico nel fine vita e le indicazioni anticipate sulle scelte di cura. Un capitolo a parte è dedicato alle persone con disabilità nel solco dell’impegno iniziato con il documento del 2013.
Nel servizio l'intervista con Luisa Borgia, vice presidente Comitato di Bioetica
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