Citano la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, con riferimento ai diritti economici e sociali dell'individuo, chiedono a gran voce un lavoro, per assicurare dignità, denunciano difficoltà sempre più pesanti. “Lo stato in cui ci troviamo - scrivono alla Reggenza – ci opprime, ci umilia e non ci rende giustizia”. Auspicano l'apertura di un confronto che metta l'accento su una condizione drammatica e individui risposte sempre più urgenti. Ai Capi di Stato presentano anche qualche proposta: di consentire a chi è alla soglia dell'età pensionabile di affiancare chi svolge servizi socialmente utili, prevedendo per questo uno stipendio sociale. Poi la possibilità di costituire Cooperative a cui affidare appalti per servizi che lo Stato affida a persone non residenti. Propongono anche leggi di contrasto al lavoro nero e contro il doppio lavoro. Per il ricorso ai frontalieri chiedono di veder tutelati prima gli interessi dei residenti. Puntano il dito anche sugli sprechi nei conti pubblici, di far cessare la pratica di assegnazione di lavori statali a ditte forensi, di non finanziare attività e manifestazioni che visto il momento difficile si potrebbero evitare. Evidenziano il vantaggio degli acquisti di prodotti locali, per l'economia, ma si deve lavorare sulla riduzione dei prezzi, utilizzando, ad esempio, i ricavi per l'adeguamento dei prezzi dei carburanti. Nella lettera invita alla reggenza chiedono di risparmiare sulla spesa pubblica per destinare le risorse ad un fondo di solidarietà a sostegno di tutti coloro che non possono beneficiare degli ammortizzatori sociali.
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