Si è conclusa con la tradizionale commedia dialettale - ieri - la festa dedicata a Sant’Agata: uno degli appuntamenti istituzionali e religiosi più cari alla cittadinanza sammarinese. Le celebrazioni, che hanno reso omaggio alla compatrona del Titano - che il 5 febbraio del 1740 aiuto’ i sammarinesi a riconquistare la libertà dopo l’occupazione alberoniana -, erano iniziate in mattinata con il corteo istituzionale, guidato dai Capitani Reggenti, che ha lasciato palazzo pubblico per dirigersi alla Cripta di sant’agata, dove Don Eligio Gosti ha celebrato la santa messa. Nel pomeriggio – seguendo un protocollo antico – la Festa è ripresa in piazza della Liberta’ con l’alzabandiera; contemporaneamente - a Borgo Maggiore – l’inizio della processione diretta alla Basilica del Santo di San Marino Citta’, quindi la partenza da Palazzo Pubblico del Corteo Reggenziale. Dopo gli omaggi alle reliquie del Santo – da parte dei Capi di Stato – la funzione religiosa alla Pieve. Una cerimonia antica e solenne. La giornata si è chiusa al Teatro Titano dove i Capitani Reggenti – Giuseppe Arzilli e Roberto Raschi – hanno assistito alla commedia dialettale dal titolo “Un Caplen pur sia” allestita dal Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.
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