'Un anno fa accadde la stessa cosa, ai danni di una impiegata sammarinese', racconta Maria Grazia Pasquinelli della Csdl. Dopo soli 15 giorni di assunzione, alla prima busta paga da ritirare la ragazza ricevette una comunicazione verbale che la ditta avrebbe chiuso i battenti. Il sindacato ha aperto una vertenza, tuttora aperta al Tribunale, per chiedere il fallimento. Quello della commessa truffata, che dopo due mesi si è ritrovata l’azienda chiusa senza che le avesse corrisposto lo stipendio, non è dunque un caso limite, e in un anno al sindacato arrivano oltre una trentina di segnalazioni per episodi di lavoro nero, o irregolare.
“Spesso ditta e commessa ricorrono al contratto di consulenza – spiega Gianluigi Giardinieri della Cdls – che nel settore in questione è però vietato. Sottoscrivono una sorta di scrittura privata che in teoria dovrebbe comunque essere denunciata all’ufficio del registro, ma in pratica avviene ben poche volte”. 'Il settore alberghiero, ristorazione, bar e commerciale è uno dei più colpiti da questo fenomeno', aggiunge Maria Grazia Pasquinelli, che invita comunque i lavoratori a farsi coraggio e a segnalare queste distorsioni “almeno – aggiunge – finché associazioni di categoria e governo non capiranno che è ora di cambiare mentalità e volontà”.
“Spesso ditta e commessa ricorrono al contratto di consulenza – spiega Gianluigi Giardinieri della Cdls – che nel settore in questione è però vietato. Sottoscrivono una sorta di scrittura privata che in teoria dovrebbe comunque essere denunciata all’ufficio del registro, ma in pratica avviene ben poche volte”. 'Il settore alberghiero, ristorazione, bar e commerciale è uno dei più colpiti da questo fenomeno', aggiunge Maria Grazia Pasquinelli, che invita comunque i lavoratori a farsi coraggio e a segnalare queste distorsioni “almeno – aggiunge – finché associazioni di categoria e governo non capiranno che è ora di cambiare mentalità e volontà”.
Riproduzione riservata ©