“La legge con cui l’Italia ha previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali per attività turistico-ricettive fino al 2020 è contraria al diritto europeo” la dichiarazione de la Corte di Giustizia, tramite l’avvocato generale Ue, scatena una raffica di polemiche. Le valutazioni, che si basano sul presupposto che si tratta di servizi che non possono essere oggetto di automatismi, non sono vincolanti ma generalmente hanno un loro peso nella sentenza che emetterà la Corte nei prossimi mesi, si ipotizza entro maggio. A stuzzicare l'Unione Europea sulla presunta incompatibilità tra proroga delle concessioni balneari al 2020 ed il diritto europeo, sono stati i Tar di Sardegna e Lombardia; un risveglio che è un po' una scossa per l'attuale situazione, trascinata 'di proroga in proroga'. Tutto parte dal mancato appuntamento per il riordino complessivo della materia concessioni demaniali previsto dalla legge di Stabilità 2014; attualmente in Italia 30 mila imprese balneari operano in regime di proroga al 2020, in contravvenzione alla direttiva, grazie ad un articolo inserito in extremis nel decreto legge che nel 2012 sancì la proroga per altri 8 anni. Che in Europa non è stato notificato.
“L’Unione Europea sta aspettando, da quasi due anni, che il Governo Italiano avanzi una sua seria proposta alternativa” sottolinea l'europarlamentare 5 Stelle Marco Affronte, che parla di una sconfitta della politica italiana. Il deputato riminese del PD Tiziano Arlotti fa sapere che“ la prossima settimana in occasione della riunione del gruppo Pd si discuterà la bozza di documento per stabilire i tempi dell’iniziativa del Governo in attesa del pronunciamento definitivo della Corte”.
Un appuntamento non è più possibile rimandare anche secondo il parlamentare NCD Sergio Pizzolante “La prospettiva della sentenza ci obbliga a fare una legge subito, norma che è già allo studio.
In Romagna le associazioni balneari sono in attesa che le conclusioni vengano depositate , così da poterle approfondire con i propri legali.
Quel che conta davvero, dicono, è “la sentenza della Corte di Giustizia che arriverà tra qualche mese”. Se la posizione dell'Avvocato Generale venisse accolta, le concessioni verrebbero dichiarate decadute al 31 dicembre scorso e si avvierebbe il percorso per la messa all'asta di tutte le concessioni demaniali balneari italiane.
“L’Unione Europea sta aspettando, da quasi due anni, che il Governo Italiano avanzi una sua seria proposta alternativa” sottolinea l'europarlamentare 5 Stelle Marco Affronte, che parla di una sconfitta della politica italiana. Il deputato riminese del PD Tiziano Arlotti fa sapere che“ la prossima settimana in occasione della riunione del gruppo Pd si discuterà la bozza di documento per stabilire i tempi dell’iniziativa del Governo in attesa del pronunciamento definitivo della Corte”.
Un appuntamento non è più possibile rimandare anche secondo il parlamentare NCD Sergio Pizzolante “La prospettiva della sentenza ci obbliga a fare una legge subito, norma che è già allo studio.
In Romagna le associazioni balneari sono in attesa che le conclusioni vengano depositate , così da poterle approfondire con i propri legali.
Quel che conta davvero, dicono, è “la sentenza della Corte di Giustizia che arriverà tra qualche mese”. Se la posizione dell'Avvocato Generale venisse accolta, le concessioni verrebbero dichiarate decadute al 31 dicembre scorso e si avvierebbe il percorso per la messa all'asta di tutte le concessioni demaniali balneari italiane.
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