“Il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto” ha dichiarato il direttore della FAO Jacques Diouf in chiusura di lavori. L’aspetto positivo è che la dichiarazione finale è stata approvata all’unanimità; ma il prezzo è stato alto: per non creare malcontenti sono spariti gli impegni finanziari dal documento, come pure le cifre da destinare allo sviluppo agricolo e la tempistica. Pesanti, poi, le assenze dei leader di gran parte dei Paesi industrializzati. “Sono convinto - ha detto Diouf - che insieme possiamo sradicare la fame dal Pianeta, ma dobbiamo passare dalle parole ai fatti: i poveri e gli affamati non possono aspettare”. Così il direttore della FAO, Jacques Diouf, ha chiuso i lavori di Roma. L’assemblea plenaria del vertice sulla sicurezza alimentare mondiale – secondo molti – avrebbe partorito una semplice enunciazione di principi, in cui si inserisce il codice del “land grabbing”: la carta etica per difendere i piccoli agricoltori dall’accaparramento di terre da parte delle multinazionali. Insoddisfatte le organizzazioni non governative, che speravano che il vertice rappresentasse il momento in cui i Paesi ricchi avrebbero dato seguito alle promesse fatte. Lo affermano anche le 450 organizzazioni dei piccoli lavoratori agricoli di 93 paesi, che hanno seguito i lavori dall’esterno, in un Forum parallelo.
Gianmarco Morosini
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