Carcere: il Convento dei Cappuccini rivuole l'immobile

Mentre il Governo parla di un nuovo carcere annunciando di voler accelerare sui tempi, si trova ad affrontare anche la disdetta del contratto di locazione per l'attuale struttura. Sul tavolo del Congresso una raccomandata datata sette maggio, con cui il Convento dei Frati Minori Cappuccini comunica l'intenzione di tornare in possesso dell'immobile per iniziative religiose e per disporre di più spazi, considerata la limitatezza degli attuali ambienti.

Decisione peraltro già anticipata per le vie brevi. Il carcere dei Cappuccini – si legge - dovrà essere restituito all'Ente Ecclesiastico il 27 marzo del 2019. Il contratto, stipulato a dicembre del 2006, fissava un canone annuo di 7.078 euro circa e impegnava, alla scadenza convenuta, di riconsegnare il bene in buono stato, salvo il normale deperimento d'uso. “Abbiamo incontrato il legale rappresentante della proprietà – spiega il Segretario agli Interni – che ci ha chiesto di rivedere le condizioni di affitto”.

Bocche cucite sulla cifra che ci si aspetta ben più alta dei 7000 euro stabiliti 12 anni fa. Zanotti non si sbilancia “anche se in tempi di spending review – fa presente – qualsiasi voce di spesa è un problema”. La decisione spetta ora al Congresso di Stato. Si apre la trattativa: “valuteremo la richiesta – afferma - e faremo un'offerta nostra”.

Nel frattempo si guarda al nuovo carcere che dovrebbe sorgere in zona Carrare, a Murata, dietro l'ufficio automezzi che andrà comunque spostato – spiega Augusto Michelotti - perché necessita di più spazio. Il progetto è stato affidato all'architetto Cesare Burdese, massimo esperto nel campo dell'edilizia penitenziaria, che ha immaginato una struttura molto grande, ultramoderna, in linea con le norme internazionali ma estremamente costosa. “È' un progetto di massima, non esecutivo – precisa Michelotti - che dovrà essere ridimensionato, ma l'impostazione è ottima”. Per realizzare un nuovo carcere, dall'apertura del cantiere, saranno necessari come minimo due anni. Non è invece mai stata presa in considerazione l'ipotesi del braccialetto elettronico. “Non ne abbiamo mai parlato, non è nei nostri piani" – risponde Zanotti. “Di principio – conclude - non è una possibilità che mi appassiona”.

MF

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