La diversità culturale deve essere considerata come una “eredità comune dell’umanità” e la sua “difesa come imperativo etico, inseparabile dal rispetto per la dignità umana.” Un concetto, questo, che la convenzione dell’Unesco sulla protezione e la promozione delle diversità e delle espressioni culturali, rafforza ulteriormente. L’adesione di San Marino alla convenzione del 2005 rafforza l’impegno della Repubblica nel contesto internazionale ed è in linea con le politiche di sostegno al dialogo interculturale intraprese dal Governo e affermate nelle sedi internazionali. L’adesione è stata decisa ieri dal Congresso di Stato su presentazione dei Segretari per gli Esteri, Fabio Berardi e per gli istituti culturali, Giovanni Lonfernini. La diversità culturale è patrimonio comune dell’umanità e, di conseguenza, bene prezioso al pari di altri beni economici. Solo in un mondo che afferma e sostiene diversi stili di vita, diverse concezioni dell’esistenza è possibile creare una società sicura e pacifica, a tutti i livelli di governo. Gli obiettivi principali della convezione sono di riconoscere il diritto degli Stati di elaborare politiche culturali; la natura specifica dei beni e dei servizi culturali; il legame tra cultura e sviluppo e l’importanza della cooperazione internazionale. In particolare, la futura Presidenza sammarinese del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa vedrà nell’impegno alla tutela e alla promozione della diversità uno dei suoi aspetti salienti.
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