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A Copenaghen è scontro tra ministri sui negoziati

14 dic 2009
A Copenaghen si lavora su due ipotesi: l’estensione del protocollo di Kyoto e la stesura di un nuovo Trattato che riprenda e rafforzi però gli stessi principi. Per ora i negoziati registrano sobbalzi e tensioni: i paesi non industrializzati dapprima lasciano l’assemblea plenaria e più tardi rientrano, ma non fanno sapere se intenderanno partecipare ai gruppi di lavoro. Gli Stati africani accusano quelli ricchi di volere sopprimere Kyoto, la Cina contesta gli Stati Uniti per la mancata ratifica del protocollo. Nella capitale danese sono arrivati intanto i ministri dell'ambiente di 192 paesi e mercoledì toccherà agli oltre 110 capi di Stato e di governo, che dovrebbero favorire un’intesa globale sulla riduzione dei gas-serra. Al Bella Center ci sono da ieri i tecnici della delegazione sammarinese, che nei prossimi giorni vedrà la partecipazione del Segretario di Stato al Territorio e Ambiente, Giancarlo Venturini. C’è grande attesa sulle sorti del protocollo di Kyoto, a cui la Repubblica proprio recentemente ha deciso, con voto unanime, di aderire. Il Titano, al pari di altre realtà, punta a ridurre significativamente le emissioni di CO2, che attualmente si attestano a quota 7,6, molto vicino ai 7,9 della penisola italiana. Fondamentale, sulla sorte della conferenza ONU sul clima sarà la mediazione del primo ministro danese Lars Rasmussen, che entro domani sera dovrebbe prospettare la soluzione più praticabile: l'unificazione delle due bozze con un testo accettato da tutti.

Sergio Barducci

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