Le indagini sulla centrale da biomasse, ribattezzata la centrale delle tangenti, si dividono in tre direzioni: i conti svizzeri, la Regione Campania e il comune di Pignataro Maggiore sede dell’impianto da oltre 60 milioni di euro. San Marino entra in gioco per il trasferimento di parte dei soldi destinati, secondo l’accusa, al pagamento delle mazzette. Da una fiduciaria del Titano sarebbe stato spedito un bonifico da 60mila euro, destinato a Eugenio Di Santo, collaboratore di Andrea Cozzolino e un ordine di bonifico per 80mila euro, per il quale non esistono ancora prove di riscossione. Sempre dalla fiduciaria sammarinese sarebbero usciti 150mila euro destinati, secondo l’accusa, al pagamento di altre tangenti. 100mila sarebbero stati trovati in una cassaforte romana, gli altri 50mila all’uscita del casello di Capua. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha emesso 23 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia, Di Santo era l’uomo chiave della rete creata per corrompere amministratori locali, tecnici, funzionari e consulenti pubblici. Tutto con lo scopo di ottenere il via libera alla costruzione della centrale a biomasse, e un contributo pubblico di quasi 7 milioni di euro.
Sonia Tura
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy