60 anni fa nasceva la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, tribunale internazionale istituito dalla Convenzione di Roma del 1950, strumento giuridico vivo e sempre attuale, 'bussola' che orienta il lavoro della Corte stessa. 47 giudici la compongono, uno per ogni Stato membro del Consiglio d'Europa, San Marino compreso. Dal 1° ottobre scorso Gilberto Felici, già Commissario della Legge sul Titano, è il nuovo giudice presso la Corte, il terzo di cittadinanza sammarinese dopo la riforma dell'organo avvenuta nel 1998. Prima di lui, Kristina Pardalos e Antonella Mularoni, delle quali – assicura - ha potuto cogliere in prima persona la traccia profonda e l'ottimo ricordo lasciati a Strasburgo.
San Marino e la CEDU, un rapporto sviluppatosi lentamente negli anni - non mancano i casi sammarinesi che hanno fatto giurisprudenza in passato come il ricorso Buscarini del 1999 – ma che oggi si è decisamente intensificato.
"Se si pone - conferma Felici - il numero di ricorsi presentati in relazione al numero di abitanti in ciascun Paese, San Marino è collocato al vertice delle statistiche".
Nel 2018 43100 i nuovi ricorsi all'attenzione della Corte, oltre 55mila le denunce pendenti al 31 dicembre dello stesso anno, indice dell'ampia considerazione goduta ma anche causa di un pesante arretrato per la mole di richieste provenienti soprattutto da Russia, Romania, Polonia, Italia e Turchia. Vi possono accedere gli Stati ma anche privati cittadini e soggetti giuridici che rilevino “una violazione dei diritti fondamentali”: dal diritto alla vita a quello di un equo e giusto processo, dalla libertà di pensiero, culto e di coscienza, al divieto di discriminazione, solo per citarne alcuni. E non tutti sanno che, ad esempio, nella prima fase della procedura non è indispensabile affidarsi ad un avvocato, ma vi si può far ricorso direttamente.
San Marino e la CEDU, un rapporto sviluppatosi lentamente negli anni - non mancano i casi sammarinesi che hanno fatto giurisprudenza in passato come il ricorso Buscarini del 1999 – ma che oggi si è decisamente intensificato.
"Se si pone - conferma Felici - il numero di ricorsi presentati in relazione al numero di abitanti in ciascun Paese, San Marino è collocato al vertice delle statistiche".
Nel 2018 43100 i nuovi ricorsi all'attenzione della Corte, oltre 55mila le denunce pendenti al 31 dicembre dello stesso anno, indice dell'ampia considerazione goduta ma anche causa di un pesante arretrato per la mole di richieste provenienti soprattutto da Russia, Romania, Polonia, Italia e Turchia. Vi possono accedere gli Stati ma anche privati cittadini e soggetti giuridici che rilevino “una violazione dei diritti fondamentali”: dal diritto alla vita a quello di un equo e giusto processo, dalla libertà di pensiero, culto e di coscienza, al divieto di discriminazione, solo per citarne alcuni. E non tutti sanno che, ad esempio, nella prima fase della procedura non è indispensabile affidarsi ad un avvocato, ma vi si può far ricorso direttamente.
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