La Corte suprema libica deciderà sull'opposizione di Giulio Lolli all’estradizione in Italia
Chi conosce bene l’ex patron della Rimini Yacht, come il direttore della Darsena di Rimini, ritiene che, qualunque sarà la decisione della Corte Suprema Libica, Lolli non si lascerà catturare e prima o poi tenterà di entrare in possesso di quella montagna di denaro occultato chissà dove. Soldi che potrebbero essergli utili per proseguire la latitanza che è più facile in paesi in cui c’è ancora disordine come la Libia. Al suo avvocato di Bologna ha raccontato di aver addirittura dato supporto alle milizie anti-Gheddafi quando – durante la rivolta – ottenne la libertà come quasi tutti i detenuti. Un supporto su cui ora potrebbe far leva per trattare la sua situazione col nuovo quadro politico-istituzionale. Difficile pensare che uno come lui attenda in buon ordine la sentenza sull’estradizione. A spingerlo a consegnarsi – a prescindere dalla decisione della magistratura libica - potrebbero essere altri fattori come il logorio della latitanza o il desiderio di rivedere sua madre o sua figlia. Anche se in Italia dovrebbe farlo da dietro le sbarre di una cella.
Luca Salvatori