Covid, calano la terapie intensive. Sotto quota 200 i nuovi casi
In Italia secondo la Fondazione Gimbe c'è stato un aumento del 31% dei ricoveri negli ultimi sette giorni
A San Marino pressione ospedaliera invariata, nonostante l'aumento dei casi attivi, e c'è anche un ricoverato in meno in terapia intensiva. Aumentano a 1781 i positivi attivi in territorio, 180 i nuovi positivi, di cui 171 rilevati nelle ultime 24 ore. Invariata però la pressione ospedaliera, i ricoverati restano 12 (3 in terapia intensiva, uno in meno). Tantissimi anche i guariti, 119 da ieri. In Italia continua a crescere la pressione sugli ospedali, sia nei reparti di area medica che nelle intensive. Sono i dati della Fondazione Gimbe, che parlano di una crescita del 31% di ricoverati con sintomi, e del 20,5% di terapie intensive, dove i due terzi sono non vaccinati, insiste il ministro della Salute Speranza. A crescere del 35,4% sono anche i decessi. “Il sovraccarico degli ospedali – sottolinea la Fondazione – comporta il rinvio della cura di altre malattie”. I nuovi vaccinati aumentano del 62,1%, ma l'obbligo vaccinale agli over-50 al momento non ha sortito grandi effetti, visto che in questa fascia 2,1 milioni non hanno ancora la prima dose. Intanto le Regioni pressano affinché il governo semplifichi la vita agli asintomatici, se sono vaccinati potrebbero essere esentati dall'obbligo del tampone e vedersi ridotto l'isolamento di 7 giorni. A quanto pare nelle farmacie non si troverebbe più, da alcuni giorni, l'antibiotico più utilizzato per i malati Covid, lo Zitromax, a causa dell'enorme utilizzo negli ultimi due mesi, ma anche da parte di chi, pur non avendo contratto la malattia, se l'è accaparrato. In Francia ancora proteste, anche dagli insegnanti che lamentano l'eccessiva complessità delle regole anti-Covid adottate dal governo, oltre a confusione e a troppo frequenti cambiamenti. La Francia intanto da domani allenterà le restrizioni di viaggio introdotte lo scorso mese nei confronti dei viaggiatori dalla Gran Bretagna, basterà un test negativo. Proprio in Gran Bretagna sono ore dure per il premier Boris Johnson, che si è dovuto scusare in Parlamento per il cosiddetto “party gate”, un incontro organizzato nel giardino di Downing Street nel maggio 2020, quando il Regno Unito era ancora in lockdown. Da più parti sono arrivate le richieste delle sue dimissioni.
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