La massiccia diffusione del Covid in Cina preoccupa il mondo ma – come ha rimarcato recentemente il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia - “non siamo nel 2020”. Giusto, però, mantenere la guardia alta . La situazione "è imprevedibile" e l'Italia deve "prepararsi" a un inverno con più rischi": così una circolare del Ministero della Salute, che avverte le regioni e chiede di rafforzare sorveglianza e sequenziamenti. "Potrebbero tornare le mascherine al chiuso", dice il ministro della salute Schillaci.
Intanto anche Francia e Regno Unito si aggiungono alla lista di paesi che stanno decidendo di imporre test Covid agli arrivi dalla Cina. Per gli esperti francesi è urgente una risposta europea e c'è chi spinge per richiedere per tutti coloro che provengono dalla Cina un test negativo entro 48 ore per poter salire sull'aereo. Pechino parla di "sabotaggio” ma nel gigante asiatico gli ospedali sono saturi, centinaia di persone attendono nei corridoi del pronto soccorso di essere curate. Le autorità cinesi non danno cifre ma si stimano più di un milione di contagi e migliaia di morti al giorno, tanto che l'Oms chiede alle autorità di condividere in tempo reale i dati sull'epidemia, mentre sale l'attenzione alle mutazioni del virus.