Il ricorso presentato dal Governo italiano contro la sentenza del 3 novembre scorso, con la quale la Corte dei Diritti dell’Uomo - di fatto - bocciava l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, è stato giudicato ammissibile dagli stessi giudici di Strasburgo. Si apre ora insomma – per così dire - il giudizio di merito sulla questione; e ad esporre le proprie ragioni davanti alla Corte non saranno solo la signora Soile Lautsi – promotrice dell’azione legale che ha portato alla prima sentenza – e il Governo Italiano, ma anche terzi che ne faranno richiesta. Fra questi il Titano, il cui Esecutivo aveva scelto di appoggiare in pieno la causa pro-crocifisso. Inizialmente, infatti, la Corte di Strasburgo aveva sostenuto che lo Stato deve attenersi alla neutralità confessionale nel quadro dell’educazione. Ora questa nuova decisione, che riapre il dibattito. Valutazioni positive da parte di numerosi esponenti politici italiani di maggioranza ed opposizione e - naturalmente - dalla Conferenza Episcopale. L’iter del nuovo procedimento durerà probabilmente alcuni mesi e si concluderà con la sentenza – questa volta definitiva – che sarà emessa dai 17 giudici della Grande Chambre dopo che saranno sentite, in udienza pubblica, tutte le parti interessate.
Gianmarco Morosini
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