La rogatoria partita verso l'Italia da San Marino per le indagini sulla provenienza del Crocifisso è stata ammessa dalla Corte d'Appello di Firenze e il magistrato inquirente Rita Vannucci venerdì scorso si è recata a Viterbo per interrogare Angelo Boccardelli, indagato con Giorgio Hugo Balestrieri, per ricettazione ed esportazione illecita di opera d'arte. L'ipotesi accusatoria – suffragata da alcune testimonianze - è infatti che il Crocifisso, dopo il 2008, sia uscito da San Marino e rientrato, senza le necessarie autorizzazioni.
L'avvocato di Boccardelli, Francesco Ciabattoni, riferisce che il suo assistito ha risposto a tutte le domande sostenendo che il Crocifisso dopo essere arrivato a San Marino non è mai uscito e precisando che esiste anche un documento che attesta la donazione al Conte Ugolini, da parte del Patriarca Melchita di Costantinopoli Maximus V e quindi difendendosi anche dall'accusa di ricettazione. La rogatoria chiedeva anche un raffronto fotografico tra l'opera che ora si trova a San Marino e quella periziata, nel 1979, dal sovraintendente dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze: Umberto Baldini, deceduto nel frattempo, la riteneva effettivamente riferibile a Michelangelo. In ogni caso, a prescindere dall'autore, il Crocifisso è sicuramente rinascimentale e di ottima esecuzione e la commissione per la tutela dei monumenti e le opere d'arte di San Marino, su richiesta del commissario della legge, l'ha dichiarata di interesse nazionale. Un paletto ulteriore per bloccare ogni tentativo, anche da parte della magistratura italiana, di ottenere il Crocifisso su cui a sua volta sta indagando. Boccardelli, intanto, resta in carcere a Viterbo, in seguito ad una condanna a 7 anni e mezzo di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e – riferisce l'avvocato Ciabattoni – attende la sentenza d'appello, prevista a metà marzo. Solo in un'altra occasione un magistrato sammarinese ha potuto interrogare in Italia un indagato e anche in quel caso fu un'iniziativa del Commissario della Legge Rita Vannucci.
Luca Salvatori
L'avvocato di Boccardelli, Francesco Ciabattoni, riferisce che il suo assistito ha risposto a tutte le domande sostenendo che il Crocifisso dopo essere arrivato a San Marino non è mai uscito e precisando che esiste anche un documento che attesta la donazione al Conte Ugolini, da parte del Patriarca Melchita di Costantinopoli Maximus V e quindi difendendosi anche dall'accusa di ricettazione. La rogatoria chiedeva anche un raffronto fotografico tra l'opera che ora si trova a San Marino e quella periziata, nel 1979, dal sovraintendente dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze: Umberto Baldini, deceduto nel frattempo, la riteneva effettivamente riferibile a Michelangelo. In ogni caso, a prescindere dall'autore, il Crocifisso è sicuramente rinascimentale e di ottima esecuzione e la commissione per la tutela dei monumenti e le opere d'arte di San Marino, su richiesta del commissario della legge, l'ha dichiarata di interesse nazionale. Un paletto ulteriore per bloccare ogni tentativo, anche da parte della magistratura italiana, di ottenere il Crocifisso su cui a sua volta sta indagando. Boccardelli, intanto, resta in carcere a Viterbo, in seguito ad una condanna a 7 anni e mezzo di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e – riferisce l'avvocato Ciabattoni – attende la sentenza d'appello, prevista a metà marzo. Solo in un'altra occasione un magistrato sammarinese ha potuto interrogare in Italia un indagato e anche in quel caso fu un'iniziativa del Commissario della Legge Rita Vannucci.
Luca Salvatori
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