Crocifisso nelle scuole: vigilia di tensione a Strasburgo
Vigilia di tensione, a Strasburgo, per il dibattimento della spinosa questione del crocifisso. Per la seconda volta i giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dovranno pronunciarsi sul ricorso del Governo italiano avverso la decisione del 3 novembre scorso, quando il crocifisso fu bocciato accogliendo la richiesta della famiglia finlandese residente ad Abano Terme e stabilendo che l'Italia, con l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche ha violato il principio della libertà religiosa. Una sentenza che ha suscitato molto clamore e reazioni contrastanti. E domani il crofisso rischia di dividere ancora. La posizione dell’Italia è sostenuta da altri dieci paesi, fra cui San Marino, che hanno depositato memorie scritte. Lo hanno fatto la Russia, l’Armenia, la Romania, la Bulgaria, la Grecia, la Lituania, Cipro, Malta e il Principato di Monaco. La difesa italiana è affidata al professor Weiler, riconosciuto luminare del diritto costituzionale europeo, docente all’Università di New York. In prima istanza erano stati sette giudici a bocciare il crocifisso, ora saranno 17 a riesaminare il problema. Si annuncia battaglia, già nella composizione della corte, alla quale tre dei 47 giudici di Strasburgo hanno già dato forfait. Del resto all’indomani della pubblicazione della sentenza numerose lettere minatorie erano state spedite ai sette giudici che hanno trattato il caso. La Corte ha due strade: un risarcimento in favore della famiglia finlandese o la richiesta all’Italia di togliere i crocifissi dalle scuole.
Sergio Barducci
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