Una nota attività di ristorazione sammarinese chiude i battenti lasciando a casa personale, un buco da 548.000 euro e contributi non pagati. Ne parla Csdl Informa, senza rivelarne il nome. Dato irrilevante – dice – rispetto alla gravità del fatto, su cui punta i riflettori. Pare si tratti del ristorante Garden, chiuso da fine estate e che – veniamo a sapere – dovrebbe cambiare gestione. Diego Moretti della Federazione Unitaria Costruzioni e Servizi ripercorre la vicenda.
Racconta che qualche mese fa oltre una decina di lavoratori si è rivolta alla Csdl per segnalare che l'attività, all'indomani di un controllo della Gendarmeria, aveva annunciato che non avrebbe più riaperto. “A quel punto ci siamo subito adoperati per riuscire ad ottemperare alla classica riduzione di personale, per dare la possibilità a queste persone di poter tornare a lavorare in altri posti. Ed è stato molto difficile”. In seguito a controlli è poi emerso che l'azienda era iscritta dal 2020 tra i debitori dello Stato, “nel 2023 aveva un debito di 413.000 euro. Una volta aperto il fallimento – racconta Moretti - il debito ammontava a 548.000 euro”.
Ma le sorprese non erano ancora finite. “In seguito a verifiche dal 2018 al 2022 catalogando i vari dipendenti a nostra conoscenza, è emerso - continua Moretti - che su 60 mesi di periodo lavorato ne abbiamo 42 su cui non sono stati mai pagati i contributi. Praticamente sono stati versati solo su 18 mesi”.
Visibilmente toccato dalla vicenda, ricorda che non è la prima volta che si trova a denunciare situazioni simili. “Qui – commenta con amarezza - non cambia mai niente”. L'ultima stoccata la lancia Enzo Merlini: “Nel momento in cui tu chiedi a Banca Centrale di aver informazioni su quanto fatto per recuperare i contributi, viene opposto il segreto d'ufficio. Noi non abbiamo diritto di sapere se Bcsm ha fatto tutto quello che poteva fare per recuperare quelle somme oppure ha lasciato correre o ancora ha tardato troppo nel chiedere l'istanza di fallimento se l'han fatta loro? E' un diritto che non abbiamo? Occorre cambiare le norme".