Csdl: donne più degli uomini tra i dipendenti residenti, ma resta la "paura" maternità per i ruoli apicali
I 2/3 del totale dei disoccupati è costituito da donne, seppur il numero complessivo sia contenuto
Tra i dipendenti residenti, le donne sono più degli uomini. Un dato che può sorprendere, ma le spiegazioni sono logiche. La presenza femminile è prevalente nel settore pubblico allargato: 2450 contro 1391. Va però considerato – spiega la Csdl, riassumendo le tematiche al centro di un recente dibattito pubblico – che le lavoratrici vanno in pensione più tardi dei colleghi e il 30% di loro ha contratti part-time.
Sul fronte dei lavoratori indipendenti, la situazione invece è inversa: su un totale di 1.535, gli uomini sono 1.047, a fronte di 488 donne. Resta il fatto che i 2/3 del totale dei disoccupati è costituito da donne, seppur il numero complessivo sia contenuto, sotto il 3%. Nel dibattito approfondito lo studio sulla situazione occupazionale sammarinese 2016-2023, pubblicato nell'aprile scorso. Il tasso di occupazione medio è pari al 69,1% - 70,5% gli uomini e 67,8% le donne - ed è in linea con la media europea, superiore al dato italiano, francese e spagnolo.
La maternità però – sottolinea la Csdl – fa ancora “paura” ai datori di lavoro sul Titano, che nel dibattito hanno confermato di preferire gli uomini in ruoli di responsabilità proprio per timore delle assenze. Da qui la proposta di porre i costi differiti per la maternità a carico del Fondo contributivo della lavoratrice, compensando con un piccolo aumento dell'aliquota a carico di tutti i datori di lavoro. Ma resta un enorme problema culturale, conclude il sindacato: se le assenze per maternità vengono tuttora vissute dalle imprese come un costo in termini organizzativi, le pari opportunità rimarranno una pia illusione.
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