Un lavoro di profondo rebranding, come ampiamente anticipato, e diventato effettivo da poco più di una settimana: addio all'uccellino icona social, è scattata l'ora X. Dopo il cambio di logo, la trasformazione di Twitter prosegue anche in queste ore: i 'tweet', ovvero i contenuti postati sulla piattaforma - testo, immagini e video -, ora vengono chiamati 'post', come sugli altri social. La X, un suo pallino da sempre: nelle intenzioni di Elon Musk, seguire il sentiero tracciato verso una applicazione che prende come ispirazione il colosso della messaggistica cinese WeChat, così da poter gestire pagamenti, servizi di e-banking, ampliare le capacità commerciali. Insomma, una “app di tutto”. Riscuoterà successo? I
"Tutto ciò che va a modificare le nostre abitudini fa correre dei rischi agli imprenditori. E' pur vero - commenta la sociologa Lella Mazzoli - che Twitter ultimamente stava perdendo consensi e utilizzatori. Era una app appannaggio di giornalisti e politici. In questo modo Musk guarda avanti, ad un ringiovanimento della app per poterla ampliare a tante altre funzioni che ormai quasi tutti i social hanno".
E si sa, tra i social la concorrenza è spietata: l'ascesa di Tik Tok negli ultimi anni, il lancio di Threads da META, la mossa per rottamare Twitter, e ora la contromossa X. Una sfida che si giocherà sempre più sui dati.
"E' chiaro che ormai - aggiunge Lella Mazzoli - i giovani su Twitter erano completamente assenti. Quindi questa gara tra META e X-Twitter è sempre esistita, è da un po' di tempo che si fanno la rincorsa. Ci sono dei rischi per entrambi, si perdono consensi ma si aumentano anche i nuovi utilizzatori. Se una app riesce a farti fare tante cose e diverse è chiaro che amplia il proprio parterre di consensi e di pubblicità".