Dati cinematografici 2015: 100 milioni di spettatori, ma il prodotto italiano è sempre in calo
Gli italiani vanno ancora al cinema, nonostante l'immensa offerta rappresentata dai media come Internet e Netflix che tendono a rintanare lo spettatore in casa?
La risposta è sì, giurano i responsabili delle associazioni degli esercenti, che hanno presentato i dati Cinetel; i 100 milioni di biglietti venduti nel 2015 (+8,56% rispetto al 2014), per un incasso di oltre 637 milioni di euro, 10% in più circa, lo confermano.
Molto positivo anche l'avvio del 2016: nei primi 17 giorni di gennaio sono già quasi 15 milioni i biglietti staccati, ben 52,59% in più rispetto al 2015. Sarà tutto merito dell'effetto-Zalone? Si vedrà. Vero è che, tra i 100 film più visti dello scorso anno, solo 24 sono italiani. Al primo posto, "Inside Out", targato Disney, con un incasso che supera i 25 milioni di euro. Al secondo posto i "Minions"e al terzo "Star Wars: il Risveglio della forza", per altro uscito alla fine dell'anno e tuttora in sala, sempre targato Disney. Per trovare la prima pellicola italiana invece bisogna scendere fino all'ottavo posto, con “Si accettano miracoli”, la commedia di Alessandro Siani, l'unica a comparire nella top ten.
Cosa accade al cinema italiano? In termini di presenze è sceso al 21,35% contro il 27,76% del 2014. In due anni ha perso un terzo degli spettatori. Ha un budget limitato, nonostante il numero di film prodotti, che è il maggiore in Europa. Sempre più film ma sempre meno risorse, dunque. Per contro, cresce la quota di mercato del cinema statunitense, passata dal 49,65% al 60,01%.
Film americani escono tutto l'anno: l'Italia ha ormai, da anni, battezzato ottobre e, da qualche anno, gennaio, dove si assiste ad una sovrapproduzione di uscite. Per avere un mercato completo, suggeriscono gli esercenti, bisognerebbe spalmare di più il prodotto.
Francesca Biliotti