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Dati sulla sicurezza: Rimini nella top dei dei reati

20 ago 2012
Dati sulla sicurezza: Rimini nella top dei dei reatiRimini è la terza città più pericolosa d'Italia
Rimini è la terza città più pericolosa d'Italia - Alle spalle di Milano e Bologna, Rimini risulta sul poco gratificante podio per il maggior numero di...
Milano capolista con 294.875 crimini, vale a dire 7.360 ogni 100.000 persone. Poi si piazzano Bologna e Rimini. Il capoluogo emiliano e quello della Riviera, infatti, battono perfino Roma nel dato sul numero dei reati ogni 100.000 persone: a Rimini, l'anno scorso, si sono contate 23.054 denunce, cioè 7.001 ogni 100.000 abitanti; sotto le Due torri, invece, i reati sono 68.582, 6.914 ogni 100.000 residenti.
Ma il calcolo matematico non convince il questore e gli amministratori. "Rimini è una città che supera il milione di abitanti d'estate - precisa il Questore - non è possibile non considerare questo afflusso".
Gli fanno eco Gnassi e Vitali che recuparano anche la questione tagli delle provincie attribuendo a Rimini il ruolo di "comunità di fatto" nella prospettiva del riordino delle Province avviato dal Governo.
"Occorre che Rimini venga vista per quello che è e di conseguenza per quello che le serve in termini di presidi fondamentali quali Prefettura e Comandi provinciali delle forze deputate alla sicurezza pubblica.
Un settore che né lo Stato né gli amministratori locali potrebbero mai permettersi di lasciare sguarnito"

Nelle prime 30 posizioni della classifica ci sono sette centri dell'Emilia-Romagna: oltre a Rimini, Bologna e Ravenna, ecco anche:
Modena (13esima posizione con 37.993 reati, 5.421 ogni 100.000 abitanti);
Parma (17esima con 22.835 illeciti, 5.165 ogni 100.000 abitanti);
Forli' (22esima con 18.711 crimini, 4.731 ogni 100.000 abitanti);
Ferrara (29esima con 15.842 reati, 4.401 ogni 100.000 abitanti)
Poco piu' indietro, in 31esima piazza, ecco Reggio Emilia (22.689 reati, 4.278 ogni 100.000 abitanti).
Piacenza chiude l'elenco regionale: 11.819 reati, 4.077 ogni 00.000 abitanti.

Il quotidiano economico segnala che Rimini è ai vertici perchè, pur non essendo una provincia di grandi dimensioni, come altri centri a forte vocazione turistica risente della situazione dei mesi estivi quando si riempie di vacanzieri che diventano anche occasione per la criminalita'. Tra l'altro, l'aumento del 5,4% dei reati a livello nazionale non è omogeneo nei territori. A Roma e Bologna l'incremento è dell'8%, a Milano del 7%, a Napoli del 6%. Vanno meglio Torino e Genova, ma per il "Sole 24 ore" la "sorpresa viene invece da un nutrito gruppo di province di media dimensione dell'Emilia-Romagna e della Toscana colpite da aumenti a due cifre dei reati": dal +18,3% di Forli', al +13,9% di Rimini (terza tra le 15 province con i maggiori incrementi) e al +13,7% di Ravenna (quarta), fino al +11,5% di Piacenza (ottava).
Bologna e Rimini, inoltre, hanno altri (poco invidiabili) primati: il capoluogo dell'Emilia-Romagna e' la seconda provincia (dopo Genova) per numero di borseggi: 6.406 nel 2011, +41,4% sul 2010, 645,8 ogni 100.000 abitanti. Rimini invece e' quarta in classifica: 2.030, +54,5%, 616,5 ogni 100.000 abitanti. Forli'-Cesena e' invece quarta nella classifica delle prime 10 citta' per incidenza dei furti in casa: nel 2011 ne ha registrati 2.242, pari a 566,9 ogni 100.000 abitanti, in aumento del 59%. C'e' invece Bologna nell'elenco delle province con maggior presenza di frodi informatiche: il capoluogo emiliano e' sesto in questa graduatoria, con 2.170 casi, 218,8 ogni 100.000 abitanti, ma un calo del fenomeno del 3,7%. Rimini invece chiude la top ten delle province dove si contano piu' rapine in rapporto alla popolazione: 88,1 ogni 100.000 abitanti, il che significa un totale di 290 nel 2011 in aumento del 68,6% sul 2010. Quanto a scippi, invece, la capitale della Riviera si piazza terza in Italia: ne ha contati 248, cioe' 75,3 ogni 100.000 abitanti, con un aumento record (il piu' alto d'Italia) del 108,4%. Non ci sono invece province dell'Emilia-Romagna nelle classifiche sulle prime 10 province per incidenza di furti di auto.
“Rimini – scrive il Sole – provincia di non grandi dimensioni ma che si trova penalizzata dal calcolo matematico, visto che i pochi residenti, circa 330.000, devono “ripartirsi” 23mila delitti, in gran parte focalizzati nei mesi estivi, quando le accresciute presenze determinano anche un aumento delle occasioni per la criminalità.”
Una presa d’atto apprezzabile che fa emergere, almeno a livello verbale se non ancora a livello statistico, la peculiarità di un’area che accanto ai residenti stabili conta un numero decisamente rilevante di “cittadini temporanei” (ma comunque cittadini): più di 16 milioni le presenze nell’arco dell’anno.
Quella che ancora una volta scatta Il Sole 24 Ore è la fotografia di un’area metropolitana complessa, che deve governare problemi complessi e fare i conti con una “comunità di fatto” che va ben oltre a quella ricavabile dagli Uffici Anagrafe.
Il problema è che quando questa area metropolitana viene ricavata dai parametri burocratici e pseudo-oggettivi delle “Spending review” di turno, come nello specchio di Alice, all’improvviso si rimpicciolisce e torna a coincidere con il mondo degli Uffici Anagrafe.
Se volessimo proseguire nel paradosso, delle due l’una: o i 331.000 residenti nella nostra provincia sono tutti delinquenti incalliti o i crudi dati statistici del Ministero degli Interni devono essere rapportati ai numeri reali di cittadini presenti sul nostro territorio ovvero a quella “comunità di fatto” che non è ricavabile con il numero statico dei residenti.


Valentina Antonioli

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