Il comitato promotore è fiducioso, il precedente c’è ed è a favore dei proponenti referendari, che tempo fa chiedevano l’abrogazione di un’altra legge sul sistema pensionistico, e il quesito fu accolto. Il collegio dei garanti non ha limiti di tempo per pronunciarsi, ma ha assicurato che la decisione sull’ammissibilità arriverà in tempi brevi: questo perché l’eventuale referendum non può celebrarsi nello stesso anno delle elezioni, ossia nel 2013, quindi dovrà avvenire necessariamente entro quest’anno. In meno di 5 mesi il comitato promotore ha raccolto 729 firme, sufficienti a presentare il quesito: gli stessi promotori tengono a precisare che il referendum non abrogherà il secondo pilastro, visto tra l’altro con favore. Ciò che viene contestato è la notevole maggiorazione dei contributi, che si traduce in autentiche salassate: anche chi ha un reddito inferiore ai 18mila euro deve pagarne 6.000 per i contributi, a tutto danno dei giovani, che percepiranno una pensione sempre più bassa pagando aliquote sempre più pesanti. Critiche anche al drastico calo delle pensioni stesse: con la legge a regime saranno pari al 55% dei redditi percepiti negli ultimi 5 anni di attività, e non più all’85% come attualmente accade.
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