Decollo Money: San Marino attende risposte alle rogatorie
Finite anche a Catanzaro le indagini sull’inchiesta Decollo Money, che ha scoperchiato un giro di narcotraffico della ‘ndrangheta calabrese, i cui proventi sono stati depositati, in parte, al Credito Sammarinese. La Procura italiana ha riunito due inchieste, Decollo Money e Decollo Ter, in un unico fascicolo perché, spiega il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, l’indagine alla fine era unica. In totale gli indagati sono una 40ina. Ma a San Marino l’inchiesta è finita da un po’. Una quindicina le persone indagate sul Titano, già mosse le contestazioni di reato, tra le quali spicca il riciclaggio; i sammarinesi coinvolti, che si trovano in territorio, sono già stati tutti interrogati. Purtroppo non è ancora stato possibile arrivare al rinvio a giudizio perché l’Italia non ha risposto alla rogatoria, inviata già da settembre, con la quale la magistratura sammarinese chiedeva di poter ascoltare le persone coinvolte e che fisicamente si trovano fuori confine. Cinque o sei residenti calabresi in primo luogo, ma anche Lucio Amati, ex presidente del Credito Sammarinese e che per questa inchiesta è stato anche arrestato e portato al carcere dei Casetti. Ora è ai domiciliari. Tra gli indagati, anche rappresentanti dell’ex comitato esecutivo del Credito Sammarinese, istituto di credito prima commissariato ed ora definitivamente chiuso.
Francesca Biliotti
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