Desta sconcerto, in Repubblica, la notizia della lettera minatoria destinata al maresciallo Gabriele Gatti
“I giornali possono scrivere ciò che vogliono, quello che ho vissuto e che sto vivendo lo so solo io. In ogni caso c’è il segreto istruttorio, sono un militare e non sono autorizzato a rilasciare dichiarazioni”. Così il maresciallo della Gendarmeria Gabriele Gatti: destinatario di una lettera minatoria – con un proiettile di grosso calibro all’interno – intercettata dalla Polizia Postale di Bologna, prima che arrivasse alla redazione felsinea del Resto del Carlino, dove era indirizzata. Il tutto risalirebbe ai primissimi giorni dell’anno: il 2 o 3 gennaio. Perché inviare una missiva – da San Marino - ad un quotidiano bolognese? E’ un avvertimento della criminalità organizzata, in seguito a inchieste che hanno messo in luce collegamenti tra il Titano e il Capoluogo Emiliano-Romagnolo? “In questa fase – afferma il comandante della Gendarmeria Werter Selva – è meglio non commentare, lasciamo fare alla Magistratura il proprio lavoro”. E sulla vicenda sono in corso indagini sia della Procura di Bologna, che aveva subito aperto un fascicolo, che del Tribunale di San Marino, che dovrebbe avere la competenza territoriale, essendo stata spedita - la lettera – dalla Repubblica.
Gianmarco Morosini
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