Rabbia e disperazione dei cittadini di Damasco per il devastante attentato suicida compiuto questa mattina nel quartiere di Al Midan. Un kamikaze si è fatto esplodere nei pressi di una scuola elementare e di una strada sopraelevata molto trafficata. L’obiettivo, dunque, era provocare il maggior numero di morti tra la popolazione civile. Il bilancio comunicato dalla tv di Stato è di 25 morti e 66 feriti. Raccapriccianti le immagini diffuse: con sangue e brandelli di corpi ovunque. Le autorità siriane accusano l’opposizione di aver perpetrato questa crudele azione terroristica. E’ il secondo gravissimo episodio nell’arco di pochi giorni, dopo il duplice attentato – sempre a Damasco – che aveva causato la morte di 44 persone e il ferimento di altre 166. Strage, in quel caso, attribuita ad Al Quaida. Da tempo, del resto, le autorità siriane denunciano la presenza nel Paese di terroristi salafiti. Nessun messaggio di cordoglio – alle autorità di Damasco - da parte dei leader dei Paesi Occidentali. Secondo il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi – in visita a Tunisi - “gli attentati sono causati dall'incomprensione del regime di seguire gli sviluppi della società e di aprirsi politicamente".
Secondo attivisti anti-governativi, invece, dietro quest’ultima azione ci sarebbe Assad. Nessuna prova a sostegno di questa tesi complottista. Gli oppositori lamentano poi l’uccisione di 15 persone – oggi - nel corso di manifestazioni. Le immagini diffuse dai circuiti internazionali, impossibili da datare, mostrano poche decine di manifestanti per le strade di una città.
Secondo attivisti anti-governativi, invece, dietro quest’ultima azione ci sarebbe Assad. Nessuna prova a sostegno di questa tesi complottista. Gli oppositori lamentano poi l’uccisione di 15 persone – oggi - nel corso di manifestazioni. Le immagini diffuse dai circuiti internazionali, impossibili da datare, mostrano poche decine di manifestanti per le strade di una città.
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